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Storia
dal sito www.sienaclubfesìdelissimi.it
LA STORIA
Tratta dal libro di Nicola Natili "Dalla Robur al Siena. Novant'anni di calcio bianconero"
NASCE LA ROBUR
DALLA ROBUR ALL'A. C. SIENA
GLI ANNI D'ORO
DALLA B ALLA IV SERIE
INIZIA L'ERA NANNINI
MIRACOLO MANCATO
DA REGINA A CENERENTOLA
UN ATTO DI CORAGGIO
NASCE IL SIENA S.P.A.
IL TRIONFO E IL DECLINO
GLI ANNI DI PAGANINI
ARRIVA LA SNAI
FINALMENTE E' SERIE B
SOGNO DELLA SERIE A
NASCE LA ROBUR
Agli inizi di questo secolo, Siena era una piccola cittadina rurale di circa 30.000 abitanti, attanagliata dall'analfabetismo e dalla disoccupazione, elementi che contribuivano in maniera decisa ad acuire la differenza ed il contrasto tra la borghesia e la gente comune. Questa situazione, che aveva portato alla creazione delle prime società di Mutuo Soccorso all'interno delle contrade, aveva i suoi riflessi anche in campo sportivo. A Siena esisteva fin dal 1871 l'Associazione Ginnastica Senese "Mens Sana in Corpore Sano", i cui atleti praticavano egregiamente podismo, ciclismo e scherma. I contrasti sociali ed ideologici all'interno del gruppo degli atleti affioravano frequentemente, finche' alcuni di essi non decisero di fondare, nel 1904, la societa' "Studio e Divertimento", con Attilio Calzoni primo Presidente. Si trattava di una sorta di contrapposizione popolare alla Mens Sana, che fece si' che i contrasti socio-politici si arricchissero di scontri a colpi di... pedale! Era il ciclismo, infatti, la disciplina nella quale emergevano gli atleti della nuova societa'. Il 1 novembre 1908 la scommessa di Attilio Calzoni e degli altri ragazzi si rivelo' vincente: dalla "Studio e Divertimento" nacque la Societa' Sportiva ROBUR, adottando l'affascinante casacca a scacchi bianchi e neri ed iniziando un'intensa attivita' agonistica in varie discipline. Il calcio era allora considerato il fratello povero degli altri sport, affacciatosi da pochissimo alla ribalta nazionale, avendo attecchito in quelle città' dove porti o particolari attivita' industriali avevano permesso di entrare in contatto con il football inglese. A Siena venne "importato" da un gruppo di studenti universitari non senesi che, con l'aiuto di alcuni colleghi "indigeni" fecero si' che il nuovo sport prendesse piede anche all'ombra della Torre del Mangia. Oltre alla Robur, erano attive chiaramente le societa' di contrada, che si affrontavano in duri confronti nella ex Piazza d'Armi. Nel 1920 la Societa' Sportiva Robur chiese ed ottenne l'iscrizione alla Federazione Giuoco Calcio e quando, l'anno successivo, il Sena Football Club della societa' del Valdimontone decise di confluire con tutti i suoi giocatori nella Robur, si crearono le condizioni per affrontare il primo campionato Federale, il Campionato Regionale di Promozione: Siena entrava ufficialmente nel mondo del pallone!
Nel 1921, anno del primo campionato della Societa' Sportiva Robur, Siena stava scoprendo i benefici del turismo, senza rinnegare le proprie tradizioni rurali. Una corsa in vettura a cavallo costava 2 lire e al Teatro della Lizza si faceva opera, prosa e varieta'. I caffe' erano frequentati dalla gente bene, mentre il popolino animava le piccole osterie e fiaschetterie. La Robur, appena scesa "ufficialmente" in campo fece subito... sfracelli!! La squadra, che sfoggiava una fiammante casacca rossa col bavero bianco, ultimo omaggio al disciolto Sena Football Club, era composta da elementi locali. Questi lavoravano regolarmente durante la settimana, per poi scendere la domenica sul terreno di Piazza d'Armi a difendere l'onore della Balzana. E lo facevano bene, visto che alla fine del campionato furono soli in vetta alla classifica, avendo conosciuto una sola sconfitta (poi, fra l'altro, annullata dal Giudice Sportivo) e gustandosi il trionfo della promozione. Il campionato successivo (1922-23) propose alcune novita' di rilievo, a cominciare dal partecipare alla 2^ Divisione insieme a squadre toscane ed emiliane. Poi ci fu l'ultimo cambio di casacca: venne adottata la nostra amata maglia a strisce verticali bianche e nere, i colori della città'. Arrivarono a Siena i primi giocatori "stranieri", soprattutto da Livorno, ed il pubblico comincio' ad essere piu' numeroso, al punto che il presidente Ezio Francioni decise di far costruire il campo sportivo di San Prospero, a ridosso della Fortezza, accollandosi personalmente il costo di 134.000 lire. Quando il campo venne inaugurato, il 7 gennaio 1923, erano in costruzione i primi villini del nuovo quartiere adiacente ed era ancora in funzione, a poca distanza, la barriera daziale. Il campionato non fu dei piu' rosei ma al termine degli spareggi finali, la Robur ottenne la permanenza in 2^ divisione. Cosi' non fu l'anno successivo, quando gli sportivi senesi conobbero la prima delusione per via della retrocessione della loro squadra. I dirigenti capirono che per ottenere nuovi successi l'improvvisazione e l'amor proprio non bastavano piu'. Arrivarono cosi' a Siena allenatori della dominante scuola ungherese, come Illich e Klein, grandi teorici del calcio, profeti del metodo da contrapporre al sistema, e Schoeffer, che oltre ad essere un allenatore era un vero gentleman, visto che si raccontava che non avesse mai giocato a pallone per non sporcarsi le scarpe. Con l'esperienza dei tecnici magiari, la Robur prima riconquisto' la 2^ categoria, nel campionato 1926-27, poi, grazie al terzo posto del 1930-31, fu ammessa a partecipare al campionato di 1^ divisione. Nel frattempo il calcio italiano era cambiato e si cominciava a parlare di ingaggi, premi e via dicendo. Almeno per quelle societa' che potevano permetterselo, e la Robur non era fra queste... Per il campionato di 1^ divisione, la squadra fu costretta a trasferirsi nuovamente, visto che le misure del "campino" di San Prospero non erano (e non sono...) regolamentari e cosi' fu approntato a tempo di record il campo sportivo di Piazza Vittorio Emanuele. Dovendo incontrare squadre come Foggia, Littorio Vomero, Torres Sassari e Gladiator di S. Maria Capua Vetere, i giocatori furono costretti a lunghe trasferte, guadagnandosi l'appellativo di "squadra di terza classe", con chiaro riferimento agli scompartimenti piu' economici dei treni. Nonostante il mancato comfort negli spostamenti, la Robur disputo' due buoni campionati di 1^ Divisione, piazzandosi al nono ed al sesto posto. Nel 1933 i cambiamenti del calcio verso il professionismo, cui si e' accennato in precedenza, arrivarono anche a Siena. Il presidente Gino Tozzi, insieme all'allenatore Schoeffer ed al grande segretario Pistolesi, chiusero la bella favola della Robur basata sul dilettantismo e sull'animus pugnandi dei propri atleti. Fu soprattutto Alfio Pistolesi, ex giocatore bianconero, a far fare alla societa' il salto verso la professionalita' ed il business. La Robur divenne Associazione Calcio Siena, pur mantenendo la denominazione gloriosa "Robur 1904", e si getto' per la prima volta sul mercato dei calciatori, acquistando una serie di elementi provenienti dal Nord. Alla fine del campionato siamo quinti, ma non ci basta! Il nuovo presidente, Aldo Sampoli, sostituisce il tecnico con l'ex torinista Bachman, svizzero naturalizzato, e Pistolesi gli costruisce una squadra molto competitiva. Il Siena si aggiudica con sorprendente facilita' il proprio girone ed affronta le finali nazionali con Sanremese, Reggiana ed Udinese. La Sanremese viene battuta sia in casa che fuori, mentre Reggiana ed Udinese vengono battute a Siena ma si prendono la rivincita sul campo amico. Alla fine Reggiana e Siena terminano il girone a pari punti, rendendo necessario uno spareggio sul campo neutro di Pistoia. Il 21 luglio 1935 il Siena travolge gli avversari con un risultato che non ammette repliche: 7 - 0 !! Molti tifosi hanno seguito la squadra con un treno speciale ed il ritorno e' una grande festa. Ad Empoli il presidente Sampoli offre bibite e panini a tutti, mentre alla Vecchia Stazione di Siena c'e' una gran folla con la banda cittadina. Il Siena e' in serie B!!
Sulle ali dell'entusiasmo per la promozione conseguita, il Siena conferma Bachmann in panchina e ingaggia alcuni elementi in grado di farle affrontare senza drammi la categoria superiore. Ma cosi' non fu. Prima arrivarono una serie di avversita', poi la guerra d'Etiopia, con sedici nostri giocatori, fra titolari e riserve, che dovettero svestire il bianconero per passare al grigioverde. Alla fine del campionato il Siena e' sedicesimo, terzultimo, di nuovo in C. La delusione fu grande e il presidente Sampoli si dimise, lasciando il comando a Romolo Semplici, sempre affiancato dal grande Pistolesi. In panchina arriva l'ex nazionale Faroppa, piemontese di poche parole, e nonostante si sia programmato un campionato di transizione, per assorbire la botta della retrocessione, la squadra non e' affatto male, tanto vero che conclude la stagione al terzo posto. Si capisce che con qualche giusto ritocchino si puo' ritentare l'assalto alla serie B. E infatti, per il campionato 1937-38, venne creata una squadra da meraviglie, che aveva il suo punto di forza nel trio difensivo formato dai due esterni Manni e Passalacqua e dal portiere Erbinovi. Non li passavano neanche i raggi X... Qualche numero per testimoniare quello che piu' che un campionato per il Siena fu una marcia trionfale: 51 punti in 30 partite, di cui 29 punti su 30 in casa, 12 punti di distacco dalla seconda. Il Siena era di nuovo in B, ma le soddisfazioni per il sempre piu' numeroso pubblico senese non erano finite. A Romolo Semplici subentro' l'ing. Ricci, sulla poltrona di presidente. In panchina venne confermato Faroppa, che chiese la conferma totale della squadra piu' due o tre ritocchi. Palcoscenico di questo secondo campionato di serie B sara' il nuovo stadio "Rino Daus", un gioiellino incastonato nella conca davanti la basilica di San Domenico, che poi si chiamera' "Rastrello" ed infine "Artemio Franchi". Il torneo viene iniziato in tranquillita', con l'unico obbiettivo di rimanere in serie B senza troppi affanni. Ma quando alla dodicesima giornata il Siena va a espugnare il campo dell'Alessandria e si trova a soli tre punti dalla capolista Atalanta, tutta la città' comincia a sperare in un nuovo stupendo miracolo. Inoltre la domenica successiva il calendario manda a Siena nientepopodimeno che la Fiorentina!! Siena e' una polveriera di entusiasmo e il nuovo stadio non fu capace di contenere tutti quelli che avrebbero voluto assistere alla partita. E la partita fu un trionfo! Si vinse 3-0, sfoderando una prestazione capolavoro e rimandando a casa in silenzio i numerosi tifosi viola giunti nella nostra città'. La Fiorentina fu scavalcata anche in classifica e alla fine del girone d'andata il Siena e' sola in vetta alla graduatoria. Si lotta con le altre squadre pretendenti alla serie A fino a tre giornate dal termine, quando il miracolo sembra ancora possibile. La "squadra che viaggia in terza" potrebbe arrivare alla massima divisione. Ma cosi' non fu. Le ultime tre partite furono altrettante sonore sconfitte per il Siena, mentre Fiorentina e Venezia raggranellarono punti preziosi e andarono in A. Qualcuno disse "l'hanno fatto apposta", altri piu' fatalisti "peccato, c'e' mancato un pelo". Sara' per un'altra volta... ma un'altra volta non c'e' piu' stata. Tutti pero' intuirono che la societa' senese avesse optato... per la non promozione, visto e considerato che la serie A costituiva (e costituisce tuttora) una prova molto impegnativa non solo dal punto di vista agonistico ma anche finanziario. Riavuti dalla cocente delusione, ci si rituffa nel campionato di B, con Macchi in panchina al posto di Faroppa ed una squadra largamente rinnovata. Dopo un avvio in sordina, la squadra acquista fiducia e termina al quinto posto. Mentre comincia a venire alla luce una grave crisi dirigenziale, all'interno della societa', il Siena disputa il campionato 1940-41 senza infamia e senza lode, piazzandosi alla fine all'ottavo posto. La guerra e' gia' iniziata, ma prima che essa sconvolga completamente la vita degli italiani, il nostro amato undici e' protagonista di un'altra impresa: il piazzamento ottenuto nel campionato permette infatti al Siena di disputare la Coppa Italia, dove trovera' nei sedicesimi di finale il massimo: il grande Bologna vincitore dello scudetto, il famoso squadrone "che tremare il mondo fa". La partita di andata si disputa nella nostra città' e termina 1-1 dopo i tempi supplementari. Tuttavia l'arbitro Fois commise un clamoroso errore tecnico, facendo cambiare di campo le due squadre al termine dei 90', anziche' procedere ad un nuovo sorteggio. Il Siena fece ricorso e la partita fu ripetuta. Anche stavolta fu pareggio, per 0-0, davanti ad oltre 10.000 spettatori e con il Siena a dover recriminare per alcune facili occasioni gettate al vento. In ogni modo i bianconeri uscirono dal campo a testa alta, fra gli applausi dei presenti e l'ammirazione dei giornalisti, orgogliosi di non essersi dovuti inchinare nemmeno davanti al grande Bologna!! La partita di ritorno vide la vittoria dei felsinei, che dovettero ricorrere all'allagamento del campo per frenare lo spumeggiante gioco del Siena!! Il punteggio di 6-3 comunque non rispecchia una gara combattuta ed equilibrata. E poi ci fu... la guerra. I campionati successivi furono disputati solo per forma, visto che era difficile trovare sia 22 persone da mandare in campo che qualcuno che li guardasse dalla tribuna. Le vicende belliche, diventate estremamente gravi, non permisero piu' al calcio, come a tante altre cose care agli italiani, di esistere. Dopo l'armistizio, l'11 settembre 1943 i tedeschi occuparono il presidio militare di Siena e per la cittadinanza iniziarono tempi davvero duri. I senesi piu' anziani ricordano le brigate partigiane che operavano nella nostra provincia, il bombardamento della stazione e dell'Osservanza, Siena proclamata "Citta' Ospedaliera" fino all'arrivo delle truppe francesi, il 3 luglio 1944, che liberarono la citta' dai tedeschi e posero fine alla guerra. L'incubo era finito e nel giro di qualche mese si comincio' a pensare alla ricostruzione. Era finito anche il periodo piu' bello della storia del Siena, quello che ci vide raggiungere alte vette nel calcio nazionale e che ci vide sfiorare la serie A. In tutti noi e' viva la speranza che il nostro undici possa tornare a farci sognare traguardi cosi' prestigiosi. Si stara' a vedere…
A guerra terminata l'Italia si ritrova martoriata, semidistrutta e fondamentalmente divisa in due: da una parte c'e' chi piange prostrato ed immerso nella propria miseria, dall'altra un variopinto sottobosco di varia umanita' traffichina, che ingrassa tra l'indifferenza dei ceti superiori grazie a mille attivita', prima fra tutte la borsa nera. Nel 1945 la Figc decide la ripresa dei campionati, pur fra mille difficolta', spinta soprattutto dalla consapevolezza di offrire alla gente un diversivo per dimenticare per qualche ora i propri problemi. Vengono composti due gironi, il primo con squadre settentrionali di serie A, l'altro con formazioni di serie A e B del Centro-Sud, nel quale viene inserito anche il Siena. La societa' e' presieduta da Corsino Corsini, la squadra allenata da Cesarino Pellagatta nel doppio ruolo di mister e di giocatore. L'undici bianconero non e' niente male e la difficolta' peggiore non e' il confronto con tante squadre blasonate ma le tremende trasferte al Sud. Si viaggia su un camioncino attrezzato con delle panche di legno e tutti sanno a che ora si parte: come, quando e se si arriva e' nelle mani del Destino... Nella doppia trasferta di Palermo e Bari il Siena resta in giro per l'Italia meridionale per ben 25 giorni, con sei partite disputate: le due ufficiali piu' quattro amichevoli, necessarie per alleviare economicamente la lunga trasferta. Alla fine del campionato il Siena si piazza al decimo posto e nella stagione successiva e' ammesso a disputare il campionato di Serie B. Presidente della societa' e' Renato Buccianti e come allenatore ritorna Macchi. Grazie alla partenza del portiere Sergio Chellini per Napoli, pagato l'eccezionale cifra di un milione e centomila lire, la Robur puo' permettersi di rivoluzionare la squadra ed ingaggiare anche fior di giocatori. Il gioco e' fluido e bello da vedere ma nei risultati ci sono molti passaggi a vuoto. Si finisce quinti, a nove lunghezze dalla Lucchese che va in A, nonostante sia stata sconfitta dal Siena sia a casa che in trasferta. Le speranze della tifoseria andarono dunque deluse, ma il peggio doveva ancora arrivare... Il campionato 1947-48 e' infatti quello della ristrutturazione dei campionati: fino al settimo posto si resta fra i cadetti, piu' giu' si scende in serie C. La societa' conferma la squadra dell'anno precedente, inserendo nel collaudato organico il portiere Assirelli e la mezzala Morgia. Ma i risultati si confermano altalenanti; la buona volonta' non manca, l'agonismo neppure ma troppo spesso non bastano. A completare ulteriormente le cose ci si mettono 5-rigori-5 buttati alle ortiche consecutivamente e con essi dei punti decisivi. La sconfitta casalinga con il gia' retrocesso Gubbio, a tre giornate dalla fine, fa tramontare ogni speranza. Il Siena si piazza 8°, a due soli punti dal Pescara, settimo, all'ultimo posto utile per conservare la permanenza fra i cadetti. Insieme alla serie B il Siena perde anche il grande Alfio Pistolesi, che lascia la Balzana per ricoprire importanti incarichi federali, ed il presidente Buccianti che, deluso dall'esito del campionato e preoccupato per il futuro della societa', liquida il parco giocatori e passa la mano al Prof. Domenico D'Antona. Sul ciclo d'oro del Siena viene inesorabilmente scritta la parola FINE. Il campionato 1948-49 vede dunque il Siena ripartire da zero. La squadra allenata dal livornese Alberti disputa un campionato di centro-bassa classifica, concludendo al 17° posto e conquistando la salvezza. La nota di rilievo di quest'annata e' l'esordio in prima squadra di Danilo Nannini, che in seguito assumera' un ruolo di primissimo piano nella storia della nostra societa'. Nel torneo 1949-50 Alberti viene confermato alla guida della squadra, che si dimostra piu' quadrata e bilanciata dell'anno precedente. Ci piazziamo terzi, a nove punti dall'Anconetana promossa in B, ed il risultato ridesta un po' di interesse intorno alla vecchia Robur e soprattutto rappresenta un notevole stimolo per il nuovo presidente, Ciro Batignani, che manovra la campagna acquisti con il chiaro intento di puntare alla promozione. La squadra, sempre affidata ad Alberti, si dimostra effettivamente competitiva ed intorno ad essa rinasce l'entusiasmo dei tifosi che tornano numerosi allo stadio. Viene ingaggiato un entusiasmante testa a testa con il Piombino, che conclude primo il girone di andata con 26 punti contro i 25 del Siena. Nel girone di ritorno pero' qualcosa si inceppa ed alla fine il Piombino mette insieme 55 punti, ben sette piu' del Siena, che si deve accontentare del secondo posto. Si rimane in C e si deve affrontare un altro campionato "di ristrutturazione": la Figc pensava infatti che tre gironi di serie C fossero troppi e decideva di ridurli ad uno solo. Pertanto nel campionato 1951-52 per acquistare la salvezza ci si deve classificare al 2° o al 3° posto, con il 4° si va agli spareggi, dal 5° in giu' in serie D. La squadra viene affidata al grande Baldo De Petrini, 15 presenze nella nazionale di Pozzo, vincitore con la Juventus di due scudetti ed altrettante Coppa Italia. Come tecnico, pero', era alla prima esperienza... I bianconeri, pur muovendosi bene e con geometrie apprezzabili, non riescono mai a decollare, piazzandosi alla fine al quarto posto ad un solo punto dalla Sambenedettese, salva. Siamo costretti quindi agli spareggi, un gironcino di 4 squadre delle quali le prime due si salvano. Raggranelliamo 3 miseri punti in tutto e finiamo mestamente in IV serie. Alla disfatta sportiva si aggiunse anche la situazione societaria che, se prima non era rosea, a questo punto diventato' nera. Gli sportivi senesi si strinsero intorno alla societa', aiutati anche da un giornale locale, e si riusci' a non sparire dal mondo del calcio italiano, anche se si ando' avanti col poco che passava il convento... Si disputa il torneo 1952-53 con la squadra assemblata alla meno peggio e sempre affidata ad Alberti, che alla fine conquista la salvezza. Ma il Prof. Batignani non ce la fa piu' a portare avanti la drammatica situazione societaria e lascia la mano. Nessuno si fa avanti per rilevare la pesante eredita' e per la prima volta nella sua storia il Siena si vede costretto a ricorrere ad un Commissario Straordinario nella persona del dott. Virgilio Mazzuoli, che fu costretto suo malgrado a gestire una societa' sull'orlo del tracollo economico. Le casse sono desolatamente vuote e non ci si puo' permettere di mantenere i giocatori a Siena durante la settimana, i quali si concentrano allo stadio prima della partita per ripartire per casa subito dopo! Li guida Dapas, bandiera del calcio bianconero di qualche anno prima, che di professione fa il lattaio e l'allenatore per hobby. Comunque la squadra riesce a conquistare la salvezza e, viste le difficolta' societarie, non fu un risultato di poco conto…
Il dott. Mazzuoli riesce in poco tempo a costituire un consiglio direttivo di buona levatura. Ne fanno parte, tra gli altri, il conte Pannocchieschi D'Elci, il conte Berlingieri ed il dott. Danilo Nannini, ex giocatore bianconero. La forte personalita' di quest'ultimo, unita alla sua grande comunicatività a ad un inesauribile amore per il Siena ne faranno il perno intorno al quale ruotera' la societa' bianconera per i successivi 30 anni. Il nuovo consiglio si propone di rilanciare l'A.C. Siena e di riportare la vecchia Robur in serie C. Viene costruita una buona squadra, affidata al neo allenatore Mario Genta, alla quale manca pero' il valido centrocampista pescarese Di Clemente, fortemente voluto dalla societa' e dai tifosi ma considerato non cedibile dal Pescara. Dopo un estenuante tira e molla, a pochissime ore dalla conclusione delle liste di trasferimento, Nannini noleggia un aereo e fa rotta su Pescara. Il ritorno dall'Adriatico con il giocatore e' la prima grande "impresa" del Dottore con la quale conquista immediatamente tutti i tifosi. Il 26 settembre 1954 inizia il campionato di IV serie, che vede il Siena inserito in un difficile girone insieme alle compagini di Toscana, Marche, Umbria ed Emilia. Ma l'undici bianconero e' una squadra di tutto rispetto e si insedia subito nelle prime posizioni della classifica insieme a Pisa ed Anconitana. Il calcio che si pratica al Rastrello, domenica dopo domenica, richiama sempre piu' tifosi, tanto che il 20 febbraio 1955, in occasione del derby con la Lucchese, viene inaugurata la tribuna scoperta. Il Siena vince per 1-0 e si lancia in una fuga solitaria che le permettera' di vincere il campionato con 5 punti di distacco sul Rosignano Solvay e 7 sul Sansepolcro. Ma non basta! Per andare in serie C e' necessario vincere gli spareggi previsti. Il Siena viene accoppiato ai laziali del Colleferro, che il 22 maggio riescono a vincere per 2-1 al Rastrello! Incredibile, considerando che il Siena non aveva mai perso in casa durante il campionato. Si spera nella gara di ritorno, ma non si riuscira' a far meglio di un 1-1. E' una delusione cocente che si abbatte su Siena e sulla societa', dalla quale solo il dottor Nannini sara' capace di tirarci fuori. Eletto presidente, Nannini promette la C a breve termine ed affida la squadra a Vinicio Viani detto "Garone". Dall'Empoli Viani porta con se' 5 uomini protagonisti dello scorso campionato e li inserisce in quell'organico niente male che era il Siena della passata stagione. Nasce in questo modo un vero e proprio gioiellino che condurra' un campionato entusiasmante, vibrante e denso di gioia come pochi altri nella storia dell'A. C. Siena. La partita d'esordio al Rastrello, il 2 ottobre 1955, vede il Siena sconfiggere il Cecina per 2-0 e sara' la prima di ben 14 (quattordici!!) vittorie consecutive! La Robur uccide cosi' il campionato e la Lucchese tenta di rifarsi lontano dal terreno di gioco, addirittura nelle aule di giustizia, denunciando la societa' bianconera di corruzione ai danni del Bagni di Lucca, in occasione dell'incontro del campionato precedente. La prova e' contenuta in un nastro registrato che viene esaminato dalla Comissione di controllo della FIGC. Ma se all'inizio della cassetta le parole del portiere del Bagni di Lucca sembrano non lasciare scampo al Siena, alla fine del nastro, fortunatamente ascoltato per intero dai giudici della Federazione, alcune frasi registrate inavvertitamente costituiscono la prova schiacciante dell'innocenza del Siena e della messa in scena da parte lucchese! Il caso viene archiviato e ci si rituffa sul rettangolo verde, dove il Siena e' atteso dagli spareggi-promozione per l'accesso alla serie C. Stavolta gli avversari sono i romani del Chinotto Neri dalle orribili maglie nero-giallo-verdi, che il 28 maggio 1956 scendono al Rastrello e, forti di un robusto catenaccio, riescono a portar via un prezioso 0-0. L'incubo del Colleferro torna ad aleggiare su Siena e si ritorna a sperare di cambiare le cose nella partita di ritorno. Il 4 giugno piu' di duemila senesi seguono i bianconeri al Velodromo Appio di Roma. Appena iniziate le ostilita' il centravanti capitolino sfugge alla nostra difesa e coglie il palo alla sinistra dell'immobile Francalancia. E' la sferzata che carica il Siena che, vinta ogni remora psicologica, si getta all'attacco a testa bassa: finisce 5-1 per noi, con tripletta di Tambani e festeggiamenti per tutta la notte nella nostra citta'!! Conquistata la serie C, siamo chiamati agli scontri per l'assegnazione del titolo di Campione d'Italia di IV serie, insieme alle altre tre societa' che hanno superato gli spareggi per la promozione in C: Reggiana, Biellese e Reggina. Superata quest' ultima 3-0 a Siena e 1-1 a Reggio, possiamo disputare la finale con la Reggiana. Poiche' ognuno vince fra le mura amiche, e' necessaria una "bella" il 7 luglio a Bologna. Il Siena, sospinto da 3.000 tifosi in un caldissimo pomeriggio, vince per 3-1 ed e' Campione d'Italia di IV serie!!
La serie C, a quei tempi, era composta da un unico girone di 18 squadre, con 2 promozioni in B e tre retrocessioni in IV serie. Obbiettivo della Robur e' una tranquilla posizione di centro classifica e per ottenerla Nannini resiste alle offerte che gli piovono da tutta l'Italia e limita le partenze allo stretto necessario. L'allenatore Viani ci …"tradisce" per andare a Livorno e viene sostituito dal bolzanino Bodini. Perfetto sconosciuto, ma di questa societa' ci si fida!! L'inizio del campionato e' senza infamia e senza lode, finche' non si infortunano gravemente due "pezzi" importanti come Tambani e Di Clemente. I risultati non arrivano e, more solito, l'allenatore ci lascia le penne! Bodini viene sostituito con Renzo Merlin, che avra' vita breve, visto che poco dopo arrivera' al suo posto il vecchio Macchi. Un po' di mestiere e… tanto catenaccio e la salvezza agognata viene raggiunta. Ma che paura!! La societa' decide di non correre piu' simili rischi, e si getta sul mercato con idee bellicose. Prima di tutto viene richiamato da Livorno Vinicio Viani, che torna ben volentieri sul luogo del... delitto, cui viene affidata una squadra niente male, sempre imperniata sul nucleo storico reduce dai successi del '55-'56. I risultati sono piu' che soddisfacenti, visto che il Siena si colloca subito nelle prime posizioni. All'ottava giornata, dopo la vittoria sulla Sanremese, la Robur e' prima in classifica! Si comincia a parlare di serie B, ma dopo parecchie partite esaltanti il Siena crolla, sopraffatto dalla marcia imperiosa di Pro Vercelli e Vigevano. I bianconeri si piazzano al 5° posto, a sole tre lunghezze dal Vigevano, gettando al vento un'occasione piu' unica che rara per tornare nella serie cadetta. Per il campionato successivo, infatti, la Figc decide di allargare i quadri della serie C e prevede una sola promozione alla serie superiore. Sara' una decisione fatale per il Siena, come andiamo a vedere. "Garone" Viani ha ingiustamente qualche sostenitore in meno in citta' e, da uomo intelligente, preferisce togliere il disturbo. Nannini lo sostituisce con Oronzo Pugliese, uomo del sud, che segue ciecamente le sue convinzioni e che crede solo in Dio, nella famiglia e in Casa Savoia! Parla un italiano approssimativo e predica un calcio semplice e lineare, basato piu' sull'agonismo e la prestanza fisica che non sulla tecnica. Proprio quello che ci vuole per il Siena 1958-'59, squadra di onesti calciatori, tecnicamente non eccelsi, illuminata da qualche valida eccezione come il centrattacco Ettore Mannucci, ex Juventus, capace di dirigere le offensive della Robur con una regia fatta di intelligenza calcistica e altruismo. I favori del pronostico se li dividono l'Ozo Mantova di Fabbri, il Livorno e lo Spezia, ma la Robur inizia il campionato facendo vedere cose egregie. Alla quinta giornata i bianconeri rimandano a casa battuti per 1-0 i cugini del Livorno e si insediano al vertice della classifica. Nannini, per non lasciare nulla al caso, rinforza la squadra acquistando l'attaccante Voltolina ed il mediano Scaramucci, un ex viola campione d'Italia e finalista in Coppa Campioni. L'entusiasmo e' incontenibile e le vittorie non mancano di certo! Tuttavia, dopo alla 16sima giornata arriva inaspettata la prima sconfitta a Treviso, cui fa seguito un rotondo 3-1 subito a Mantova. Al primo posto si insedia il Livorno, pur se la Robur, unitamente al Mantova, lo seguono da molto vicino. E' un campionato esaltante e snervante al tempo stesso, con ogni punto che vale oro, e con il trio di testa impegnato in un continuo valzer di posizioni in classifica. Con l'inizio del girone di ritorno il Mantova sembra involarsi in una fuga solitaria, mentre Siena e Livorno faticano a stargli dietro. Cosi' il 22 marzo si disputa un Livorno-Siena da ultima spiaggia: chi perde e' fottuto! I labronici partono a testa bassa, forti del fattore campo, ma la difesa senese subisce il furore avversario senza scomporsi, senza scomporsi e soprattutto senza buttare via il pallone a casaccio. A meta' del primo tempo, infatti, proprio da un ordinato disimpegno difensivo nasce una punizione dal limite in nostro favore che Mannucci trasforma stupendamente. Lo stesso Mannucci completera' l'opera all'inizio della seconda frazione di gioco, segnando il 2-0 che chiude la partita e lancia la Robur all'inseguimento del Mantova. Inseguimento che riesce nel giro di tre partite, quando il Siena addirittura scavalchera' i virgiliani in classifica. L'entusiasmo in citta' e' alle stelle e la serie B un affare privato fra i bianconeri ed il Mantova. A cinque giornate dalla fine il campionato sembra deciso a nostro favore: riceviamo il Mantova fra le mura amiche del Rastrello con tre punti di vantaggio nella gerla. Ma si sa, quando vanno bene due risultati su tre... c'e' il caso che esca il terzo! E cosi' fu, il Mantova vince 2-0 nella conca di San Domenico e rimette tutto in discussione. La sconfitta subita due domeniche dopo a Busto Arsizio permette ai virgiliani di raggiungerci in classifica e questo equilibrio non verra' rotto fino alla fine del campionato. E' necessario uno spareggio! Il 28 giugno, al Marassi di Genova, Siena e Mantova si giocano la serie B. Nonostante il Palio alle porte, la nostra citta' risponde a ranghi compatti, superando qualche polemica nata nelle ultime giornate del campionato. Andiamo a Genova in seimila, con un treno speciale, pullman e macchine. Pugliese manda in campo una formazione in cui spiccano le assenze del bomber Mannucci e del portiere Bachi, ma le cose sembrano mettersi bene quando dopo un solo quarto d'ora il Mantova rimane in dieci per l'infortunio di Cade' (allora le sostituzioni non erano ammesse).Tuttavia il vantaggio numerico non fa mutare l'atteggiamento del Siena, che resta arroccato nella propria meta' campo. Se si eccettua una traversa colpita da Bellotti con il portiere virgiliano fuori causa, il Siena non fa correre grossi pericoli al Mantova, che va al riposo rinfrancato e convinto di poter disputare lo stesso la propria partita nonostante l'inferiorita' numerica. E la ripresa dimostra che le cose stavano proprio cosi', con un lungo monologo biancorosso che si concretizza nella rete di Fantini a 10 minuti dalla fine. Il Mantova di Fabbri e di Italo Allodi approda alla serie cadetta per andare, dopo un solo anno, addirittura in A. Noi, invece, si rimane in serie C, vedendo svanire per un nulla un sogno che sembrava essere alla nostra portata. Sara' una sconfitta mal digerita da tutti, al centro di polemiche per anni e anni e che provochera' l'allontanamento di moltissimi tifosi.
Siamo ormai arrivati all'inizio degli anni '60 che, calcisticamente parlando, a Siena sono tutt'altro che.. favolosi. Arriva anche nella nostra citta' quell'onda che invade il resto dell'Italia, fatta di benessere economico, vacanze al mare e voglia di vivere. Famiglia, Patria e Scuola continuano ad essere importanti ma non sono piu' considerati dogmi indiscutibili. Le splendide melodie di Bindi, Paoli e Tenco fanno da colonna sonora alle imprese sportive dei grandi Cassius Clay, Abebe Bikila e Wilma Rudolph, protagonisti alle Olimpiadi di Roma '60. Anche il mondo del calcio, allietato dalle gesta della grande Internazionale del mago Herrera, e' colpito dagli effetti del boom economico, con molte societa' investite da grandi capitali che ne cambiano profondamente strutture ed obiettivi. Il Siena non e' tra queste ma la politica societaria deve cambiare anche per la vecchia Robur: non arriveranno piu' talenti affermati ma giovani promesse tenute a balia da qualche vecchio "nome", nell'ottica di rivalutare il tutto e rivendere. L'obiettivo non sara' piu' la serie B, ma di comode posizioni in serie C, puntando sul teorema che risultati decenti permettono un attivo nel calciomercato estivo che a sua volta garantisce la sopravvivenza del Siena. I campionati 1959-'60 e '60-'61 sono i primi improntati su questi concetti, con Toneatto a fare appunto da chioccia e condurre la squadra verso un'onorevole quarta posizione finale. Nel campionato '61-'62 torna sulla panchina senese Oronzo Pugliese, chiamato da Nannini ad esorcizzare lo sgradito passato. Ma ormai le cose sono cambiate ed il condottiero di Turi non riuscira' a ripetere il miracolo, chiudendo la stagione al nono posto. Stesso destino tocchera' al tecnico Puccinelli, ingaggiato l'anno successivo, che pero' aveva per le mani una formazione niente male, con la trazione anteriore del bomber Cocciuti, centravanti della Lazio, convinto da Nannini a vestire la maglia bianconera grazie ad un… pianoforte, fatto trovare dal presidentissimo nell'appartamento che la punta biancoceleste avrebbe occupato a Siena. L'assenza di risultati e due salvezze conquistate per il rotto della cuffia impongono a Nannini di cambiare rotta e gli permettono di realizzare un sogno che covava da anni: affidare la squadra a Lauro Toneatto, che aveva appeso gli scarpini al fatidico chiodo e gestiva un bar che era diventato il covo del tifo piu' caldo e passionale, cercando cosi' di rendere meno amaro il suo distacco dal mondo del calcio. Alla proposta del Nannini, Toneatto e' prima sorpreso e poi incredulo, ma non si lascia di certo scappare l'occasione di tornare sui campi di gioco. Gli viene affidata una squadra niente male che il mister condurra' per tre anni, regalando bel gioco agli spettatori, onorevoli piazzamenti alla squadra e tanti giocatori "da mercato" alla societa', fra i quali merita una citazione il grande Romeo Benetti. E' indubbiamente il periodo piu' bello di questi anni, che si conclude con la partenza di Toneatto per Bari, seconda tappa di una luminosa carriera. Anche Nannini annuncia la sua volonta' di chiudere il capitolo Siena e si dimette dalla carica di presidente. Al suo posto viene nominato Commissario Straordinario Renato Luchini, grande sportivo e grande dirigente. Ma la squadra messa su non sara' altrettanto grande e si riuscira' ad evitare la retrocessione per un solo punto. Il momento e' difficile e Nannini non ne vuol sapere di riprendere in mano la situazione. La citta' si mobilita e riesce a "partorire" un gruppo di senesi doc, cui fa capo Bixio Gianfaldoni che dopo qualche incertezza assume la presidenza della vecchia Robur. Il nuovo presidente viene travolto forse oltre misura dall'entusiasmo cittadino e lancia lo slogan "piu' soci = serie B". Gli sportivi senesi non aspettano altro e rispondono in maniera massiccia all'invito del presidente, sia come abbonamenti che come quote sociali. Nemmeno Gianfaldoni si tira indietro: l'allenatore Faccenda viene confermato e la squadra fa ben sperare, trascinata dal trio d'attacco Marchetti, Tonoli e Pippo Balsimelli, il poeta del goal! Le prime gare del campionato 1967-'68 fanno vedere un Siena che coniuga bel gioco e risultati, veleggiando a ridosso delle prime in classifica. Il 26 dicembre i bianconeri sono attesi da un incandescente derby di Prato che, in caso di successo, porterebbe la Robur in vetta alla graduatoria. La citta' si mobilita: partono 36 pullman ed una lunga carovana di macchine e sono piu' di 2.000 i senesi presenti al Lungo Bisenzio. Ma non torneranno a casa felici. Dopo un primo tempo equilibrato, la squadra bianconera viene trafitta per ben tre volte dagli avanti lanieri. I sogni rimangono nel cassetto ed il Siena, pur giocando ancora un buon calcio, si deve contentare del 6° posto finale. Il presidente Gianfaldoni pero' non si arrende. Conduce un'altra campagna acquisti "all'attacco" e porta a Siena Martini, poi campione d'Italia nella Lazio di Maestrelli, Bruschettini ed il bomber Aldi. La squadra va bene, vince e convince, ma a febbraio nelle casse della societa' e' rimasto poco piu' che niente… Gianfaldoni e' costretto a lasciare la presidenza e Danilo Nannini ritorna al Siena nelle vesti di Commissario Straordinario. Dal punto di vista agonistico riesce a salvare il salvabile e la squadra termina il campionato al piu' che onorevole quarto posto. Ma la situazione societaria si presenta molto piu' critica, visto che Nannini non vuol tornare a fare il presidente e di nuovi acquirenti in giro non ce ne sono. Siamo all'estate del 1969 quando viene convocata un'assemblea dei soci nella quale Nannini illustra la situazione economica ed i rischi di sopravvivenza della Robur e riceve il mandato di vendere il possibile e tentare di salvare l'A. C. Siena. Come al solito, il dottor Nannini ce la mette tutta e porta a termine con diligenza l'incarico affidatogli. Viene messa insieme alla meno peggio una squadra fatta di giovani presi in prestito da mezza Italia, affidata prima a Piacentini poi, dopo una serie di insuccessi, all'ex bianconero degli anni '50 Ettore Mannucci. Ma neanche il cambio d'allenatore riesce a riportare su il Siena che nell'ultima giornata perde in casa con la Sambenedettese, mancando quel punticino che avrebbe voluto dire salvezza. Dopo 10 anni dallo sfortunato spareggio di Genova per la serie B la vecchia Robur torna in IV serie. Nannini mantiene la parola data ed esaurito il mandato con la fine del campionato, deposita le fatidiche chiavi sul tavolo del sindaco Barzanti. Per l'A. C. Siena e' la fine di un ciclo.
L'estate del 1970 e' calda da tutti i punti di vista. Il sindaco Barzanti si ritrova investito di un compito cui avrebbe rinunciato volentieri: riuscire a far sopravvivere il Siena. Il primo cittadino e' molto bravo e ce la mette tutta ma tutti i suoi sforzi vanno a vuoto. Il giorno della presentazione della squadra, a disposizione del confermato mister Mannucci ci sono solo 8 giocatori “veri”, cui si aggiungono 5 ragazzi del settore giovanile per arrivare ad una rosa di 13 elementi… Il ritiro si fa allo Stadio e l'ossigenazione in Fortezza! E quando inizia il campionato le cose si mettono subito male. A far tirare un sospiro di sollievo ai tifosi ci pensano a novembre Beneforti, Ceccuzzi, Mascagni e Tambani che, sensibili piu' di altri alle sorti della Robur, costituiscono un Comitato di Gestione e rivitalizzano un po' le casse sociali. Si tratta di un ingresso determinante, non solo per il campionato in corso ma per tutti il prosieguo della vita dell'A.C. Siena. Al mercato novembrino arrivano in bianconero Flaborea e Manfredini. I tifosi bianconeri, dai quali nascera' il nostro Club, organizzano il “Gala' Bianconero” e racimolano un altro po' di quattrini per le esangui casse del Siena. Il girone di ritorno viene disputato senza eccessivi patemi e si riesce ad archiviare anche questa difficilissima annata. Il 5 giugno 1971 abbiamo finalmente un nuovo presidente nella persona di Vittorio Beneforti, senese, analista, lupaiolo ed ex medico sociale della squadra. Mascagno Mascagni e' il suo vice ed il quadrumvirato della precedente stagione non solo resta unito ma addirittura si allarga. Il mister Mannucci, di nuovo confermato per l'ottimo lavoro svolto, puo' contare su un organico molto piu' competitivo della precedente stagione. Arriva il bomber Forte, Tosolini e a novembre Emilio Ferranti. La squadra gioca bene e vince. Se Pistoiese e Montevarchi si contendono il primo posto, noi siamo subito dietro ad insidiarli. Le passioni in citta' si riaccendono. Alla ventesima giornata c'e' il derbissimo con la capolista Montevarchi. Il Rastrello e' pieno all'inverosimile (8.000 presenze!) e si puo' a stento immaginare il boato quando a meta' del secondo tempo Ferranti spara un bolide che si insacca alle spalle di Negrisolo! Dopo tanti anni il Siena e' di nuovo primo, giocatori e spettatori si abbracciano, Mannucci viene portato in trionfo. Ma il sogno dura poco. La domenica successiva i nostri subiscono un secco 0-2 a Pietrasanta e si rompe qualcosa. Il Siena non gioca piu' come prima e ben presto abbandona le speranze di promozione. Mannucci, dopo tanti anni sulla nostra panca, toglie il disturbo e viene sostituito da Silvano Grassi. Con lui arriva il big Ereditieri, ex Genoa e Pistoiese, a costituire un tridente offensivo da favola. Il Siena e' il grande favorito del torneo ma i risultati del campo sono diversi. Ce la giochiamo per un po' con il Grosseto ma alla fine sono i torelli a vincere il campionato. Il presidente Beneforti conferma il mister Grassi ed assume Gilardetti come nuovo D.S., dandogli l'incarico di costruire una squadra per la promozione. Negrisolo, Notari, Iliani e Colafrancesco vestono la maglia bianconera e all'inizio del campionato il Siena e' fra le squadre piu' accreditate. Tutto fila liscio fino alla settima giornata, quando perdiamo in un sol colpo partita e bomber: Giampiero Forte, innervosito dalla conduzione di gara del sig. Piloti di Catania, lo stende con un preciso diretto alla tempia! La sentenza del Giudice Sportivo e' la squalifica a vita. La squadra perde un elemento prezioso e nella societa' comincia a serpeggiare il nervosismo. Si comincia a mettere in discussione il mister Grassi che, del tutto inaspettatamente, viene esonerato nel giorno della Befana. E' una sorte di golpe attuato dalla societa', che incrina anche il rapporto con i tifosi. Viene “riciclato” Monguzzi, allenatore delle giovanili, che non riesce a riportare serenita' ed equilibrio nella squadra. Il Siena rimane ancora in IV serie, a vantaggio della Sangiovannese che vola in C. Per il campionato 1973-74 la Societa' opera una vera rivoluzione dei quadri tecnici. Gilardetti vende e compra come fosse al Mercante in Fiera, ma quando porta a Siena come allenatore Franco Carradori, spacciandolo per il non plus ultra , molti non la ingollano. Fra questi Mascagni che si dimette da vicepresidente. Arrivano Pazzaglia, Negrisolo, Giovanardi, Del Moro, Crigioni, Noccioli, Jesari, Rambotti e Salvemini. L'organico non e' niente male ma Carradori non riesce a trovare una formazione-tipo. Intanto la Pistoiese vola ed il malumore in casa senese monta sempre piu'. Beneforti e' costretto ad esonerare il mister, sostituendolo ancora col “vecchio” Monguzzi. Il girone di ritorno e' piu' che buono, ma e' la Pistoiese ad essere promossa. La tentazione di confermare Monguzzi e' forte, visto il suo buon lavoro ma e' proprio lui a far capire di non essere entusiasta dell'idea. Rispunta quindi il nome di Ettore Mannucci, gradito ai piu' per via dell'ottimo campionato 1971-72. L'ossatura della squadra e' quella dell'anno precedente, sapientemente irrobustita da Gilardetti con Colombi, Simoni e De Filippis. Il campionato comincia all'insegna della media inglese, si vince in casa e si pareggia fuori. Ma soprattutto il Siena gioca veramente bene, con Giovanardi vero faro illuminante in mezzo al campo, e ben presto siamo primi in classifica. Tengono il passo solo Carrarese e Quarrata, che pero' quando arrivano al Rastrello subiscono rispettivamente 3 e 5 reti! A cavallo fra la fine del girone d'andata e l'inizio del ritorno, l'undici bianconero ammazza il campionando inanellando una serie di 8 (otto!!) vittorie di fila! Sotto i colpi di Pazzaglia e Ferranti crollano il Prato, la Rondinella, il Poggibonsi, la Sarzanese e tutte le altre. La difesa e' di ferro, il centrocampo di fosforo e l'attacco all'uranio! Ettore Mannucci ha costruito una squadra-spettacolo che nonno Salvemini dirige sul campo. Il 2 maggio 1976 Pazzaglia gonfia la rete del Viareggio. E' il successo che da' la matematica certezza della promozione! Lo stadio esplode, in tanti non trattengono le lacrime. Al fischio finale non meno di 1.000 persone invadono il campo per portare in trionfo i nostri eroi. Il dottor Beneforti ha vinto la sua battaglia, cominciata sei anni prima quando il Siena rischiava di morire. A lui va la riconoscenza di tutti i tifosi e gli sportivi senesi
Siamo di nuovo in serie C. Beneforti e Mannucci decidono di confermare la squadra che ha fatto meraviglie nel precedente campionato ed i ragazzi li ripagano, raggiungendo con largo anticipo una tranquilla salvezza e piazzandosi ad un piu' che onorevole 8° posto. I problemi li abbiamo, invece, dal punto di vista societario. Le spese affrontate per riportare il Siena in C hanno lasciato il segno nelle casse bianconere e, nonostante i ripetuti appelli alle forze economiche e sociali della città, soldi “freschi” non se ne trovano. Il Siena Club Fedelissimi lancia l'idea di coinvolgere maggiormente il tessuto sociale intorno alle vicende della Robur tramite la trasformazione della società in una S.p.A. Purtroppo i vertici societari non approvano e tutto resta come prima. Così affrontiamo il secondo campionato di C con una precaria situazione economica. C'è anche da fare i conti con il fatto che le retrocessioni saranno ben 6, vista la ristrutturazione del campionato che prevede la scissione in serie C1 e C2. Il clima di incertezza societario e gli infortuni dei due pilastri Pazzaglia e Giovanardi, spingono il Siena nei bassifondi della classifica. Per esigenze di bilancio, la societa' cede il bomber Ferranti all'Irpinia durante il mercato novembrino. E' la goccia che fa traboccare il vaso. Squadra e societa' vengono investite da una violenta contestazione, di cui fa le spese il tecnico Mannucci, che viene sostituito ancora da Monguzzi. Anche Beneforti si dice pronto a lasciare il vertice della società ad una Finanzaria costituitasi allo scopo di rilevare il Siena. Purtroppo l'accordo e' molto lontano, in quanto il presidente non vuole rimetterci troppo e la Finanziaria non vuole accollarsi debiti contratti da altri. Intanto Monguzzi lotta con tutte le sue forze per salvare la squadra, ma alla fine due punti separeranno il Siena dalla zona salvezza. La Robur retrocede in C2 e Beneforti si dimette insieme al Consiglio Direttivo, mossa che dovrebbe agevolare il subentro della Finanziaria. Infatti il 30 agosto 1978, a pochi giorni dall'inizio del campionato, Corrado Vanni, esponente della Finanziaria, viene eletto Commissario Straordinario dell'A. C. Siena. La Robur sembra uscire da un lungo e buio tunnel. Come allenatore viene scelto Mario Mazzoni, ex giocatore bianconero ed ex mago delle giovanili della Fiorentina. Arrivano anche tanti giocatori: Turla, Scotto, Bettelli,, Pinchi, Bartolini, Tognarelli, Gualandri, Tosoni si uniscono ai confermati Pazzaglia, De Filippis, Simoni, Notari e Noccioli e alla fine arriva anche Emiliano Macchi, centravanti di grido. Il Siena gioca alla grande, Turla macina chilometri e Pazzaglia ne mette dentro a manciate. Quando tutto sembra andare per il verso giusto, il mister Mazzoni crolla sotto il peso di una situazione societaria ancora non ben definita e dell'imperativo di non dover sbagliare mai niente. Si vede costretto a passare la mano al vecchio Monguzzi, che ancora una volta si fa trovare pronto. Ma non al punto di far recuperare al Siena i pochi punti che la distanziano dalla vetta. Per vincere i campionati serve soprattutto una societa' alle spalle che il Siena ancora non ha. Infatti nella primavera del 1979, dopo estenuanti trattative con il Monte dei Paschi ed i vertici cittadini, la Finanziaria fa sapere che non esistono le condizioni per l'insediamento e dichiara forfait, pur garantendo al Siena la conclusione del campionato. La Robur ripiomba nel buio, dal quale la risolleva l'indimenticato Danilo Nannini, che il 9 aprile 1979 viene eletto Commissario Straordinario. Ottavio Bianchi si assume l'onere di condurre la squadra al termine del campionato, portando a casa un'anonima posizione di mezza classifica. Per il campionato 1979-80 Siena regala al dott. Nannini la cifra record di 1.200 abbonati, segno dell'attesa di una svolta, di un'annata che permetta di levarsi delle soddisfazioni. Ed iniezione di fiducia per il Presidentissimo, che chiama Idilio Cei, ex portiere bianconero, alla guida della squadra e la rinforza con fior di giocatori. Arrivano il portiere Nando Orsi, che da Siena spicchera' il volo per la serie A, De Rossi, Doveri, Giorli e Mannarelli, un torellino che buttera' la palla nel sacco svariate volte. La squadra e' indicata da tutti come la favorita del torneo, ma questo alla lunga finirà per penalizzarla. Nannini lavora anche sul fronte societario alla costituzione della S.p.A., avendo in mente un azionariato popolare con 10.000 azioni da 50.000 lire cadauna. L'idea piace e in men che non si dica vengono sottoscritte 3.000 azioni. Il 27 marzo del 1980 un'affollata assemblea approva alcune modifiche allo statuto che trasforma l'A. C. Siena in una S.p.A. E' un esempio unico in Italia, che pero' ha fatto le fortune di società straniere quali Barcellona e Real Madrid. La crisi del Siena, iniziata nell'ottobre 1976, vede finalmente apporre la parola fine, con l'immensa soddisfazione di tutti coloro che avevano creduto nella S.p.A. fin dall'inizio. L'assemblea di fine giugno elegge presidente Nannini, che si mette subito all'opera per la costituzione della squadra. Idilio Cei non viene riconfermato e lascia la panchina a Giorgio Bravi. Dalla Roma arrivano anche Budoni, Cini e Foglietti. Arriva anche Paolino Stringara e Lupini e Luconi affiancano Foglietti in prima linea. La squadra gioca bene ma concretizza poco. Una sconfitta e qualche pareggio di troppo fanno perdere la panca a Giorgio Bravi, sostituito da Costanzo Balleri detto “Lupo”. Il quale sa di calcio come pochi! Aggiusta la difesa, rafforza il centrocampo con Manari e Vichi e si danna per la scarsa “produttività” dei bomber Lupini e Luconi. Così quando Latina e Casertana spingono un po' sull'acceleratore la Robur non ce la fa a reggere il ritmo. Si resta in C2 e Nannini cerca di dare una scossa all'ambiente annunciando le sue dimissioni. Gli subentra Ennio Regoli, collaboratore del Dottore, che porta avanti una nuova linea. Il Siena rinuncia ai cosiddetti senatori, che costano troppo, e inizia a portare avanti la strada verde dei giovani
Il Siena 1981-82 prende corpo attorno a Guido Mammi, rosso allenatore di Reggio Emilia che ha ben lavorato a Padova. Dalla Roma biancoazzurra arrivano Tintisona, Onofri, Piccinini e Piscedda. Da Napoli il portiere Smimmo e l'ala Santino Nuccio, in mezzo all'attacco arriva Coppola. Vengono confermati solo i piu' giovani e la squadra sembra aver bisogno di un'iniezione di forsoro, esperienza e grinta. Danilo Nannini ed il d.s. Dotti girano l'Italia in lungo e in largo e alla fine portano a Siena Esposito da Fano e Beatrice da Taranto. Il Siena comincia subito con il piede giusto, andando a sbancare il Porta Elisa grazie ad una perla di Nuccio. Mammi fa girare la squadra come un orologio svizzero, in difesa svetta l'ocaiolo Neri, Beatrice ed Esposito dirigono in mezzo al campo sommando alla loro esperienza tecnica e grinta. Davanti il tridente, lusso per la categoria, e' quasi una scelta obbligata visto che Coppola, Nuccio e Foglietti giocano da fenomeni e sarebbe assurdo lasciarne uno in panchina. A novembre completiamo il quadro con il portiere Buso, che sostituisce uno Smimmo ancora acerbo, ed il centrocampista Zarattoni. In classifica ce la giochiamo con Rondinella e Casoria ma alla fine dell'andata siamo al comando imbattuti, con 9 vittorie ed 8 pareggi nel carniere. Il girone di ritorno scorre via al ritmo del primo ed il 9 maggio 1982 dopo lo 0-0 interno con il Grosseto raggiungiamo aritmeticamente la promozione. Per l'ambiente della Robur e' l'apoteosi! Caroselli notturni e la classica cena con tutti i protagonisti mettono il suggello ad un'annata memorabile. Per la prima volta approdiamo nella serie C1 e veniamo inseriti nel girone Sud, che ci obblighera' a comode e brevi trasferte…. Mammi viene confermato e Nannini e Regoli rimpiazzano i partenti con due centrocampisti, Bencini e Del Neri, tre difensori, Gridelli, Pelati e Piccinini, e la mezzapunta Sistici. Per il resto organico e' quello dell'anno precedente, con Foglietti e Coppola davanti ed il grande Beatrice a lottare su ogni palla. Ma gia' dalla prima partita a Pescara si capisce che il calcio-champagne di mister Mammi mal si adatta ai campi del sud Italia, che spesso sono delle vere e proprie fosse dei leoni. Il Siena gioca bene, ma spesso soccombe all'agonismo e al gioco duro degli avversari. Nannini, inoltre, accusa tutta la stanchezza dei troppi anni al vertice della società e le incomprensioni con Ennio Regoli lo convincono a passare la mano. Ma purtroppo persone disposte a succedergli non se ne trovano…. E cosi' mentre Mammi porta il Siena alla salvezza all'ultima giornata, Nannini e' costretto a rimanere al suo posto ed appronta senza alcun entusiasmo la squadra per il campionato successivo. Alla guida arriva Romano Mattè, con una concezione del calcio molto personale. L'organico e' carente in piu' di un reparto ma i primi risultati non sono disastrosi. A far crollare la baracca ci si mette il Bologna che, scivolato in serie C, cerca prontamente il ritorno nella serie cadetta. Per centrare l'obiettivo fa un'offerta al Siena per la coppia Bianchi-Foglietti, alla quale il dottor Nannini, viste le condizioni economiche della Società, non puo' dire di no. Pero' la squadra, priva dei due elementi di valore, comincia a perdere colpi su colpi e nonostante l'esonero del mister Mattè, sostituito in panchina dall'allenatore in seconda Galasi, non riesce a conquistare la salvezza. Ancora una volta si deve ricominciare da capo e la Società non dispone di vagonate di quattrini… Pertanto Nannini da' mandato ad Efrem Dotti di cercare un allenatore bravo, giovane e con limitate pretese economiche. Dal cilindro spunta a sorpresa il nome di Ferruccio Mazzola, allenatore del Cinthya Genzano, buon passato da calciatore ma pochissima esperienza da allenatore. Ma sarà proprio questa la scelta che si rivelerà vincente. Mazzola dimostra di possedere una conoscenza del mondo del calcio che nessuno si aspettava e costruisce con Dotti una squadra coi fiocchi. Jelpo prende posizione fra i pali, Nuccio, Stringara ed Onofri tornano in bianconero dopo un anno di prestito, arriva Calcaterra dall'Inter e due “vecchi”: Ghedin e Desolati. I risultati cominciano ad arrivare, il gioco latita ancora, ma la gente ritorna al Rastrello. Intanto Nannini allaccia contatti con un gruppo di professionisti romani con l'intento di cedergli la gestione societaria. Accanto a Luciano Fabiani, notaio romano conosciuto nel mondo del calcio per essere stato consigliere della Lazio di Chinaglia, viene nominato Amministratore Delegato, nell'aprile del 1985, l'avv. Max Paganini. La soluzione dei problemi societari da' nuova linfa all'undici guidato da Mazzola, che riesce a compiere il suo capolavoro portando il Siena al vertice della classifica. Ad una ad una vengono superate tutte le altre concorrenti ed il 3-0 al Civitavecchia riporta la Robur in serie C1. Dopo un solo anno di purgatorio ritorniamo sui campi della terza serie!
Con il campionato 85/86 inizia l'era Paganini. L'avvocato romano inizia bene la sua dirigenza, portando al Siena entusiasmo e soprattutto la possibilita' di condurre una campagna acquisti avendo dei soldi da spendere. Cosi', su indicazione del mister Mazzola, arrivano fra William Pederzoli, il portiere Sansonetti, Ravazzolo, Molteni, “Genio” Fermanelli ed altri ancora! Mazzola compone una squadra che e' un gioiello e, nonostante le difficolta' derivanti dal fatto di essere inserita nel girone Sud, il Siena sara' la rivelazione della serie C. Si vince e si raccolgono applausi per il gioco, come da tempo non si vedeva. Ben presto si comincia a sognare addirittura la serie B grazie ad una serie di successi sia in casa che fuori. Il nostro Club organizza trasferte impensabili e tutto sembra filare per il verso giusto. Ma il Siena e' una societa' piccola e politicamente poco influente e chi manovra nella “stanza dei bottoni” riesce a condizionare qualche partita importante (leggi Siena-Taranto e Siena-Salernitana) in modo da frenare quel tanto che basta la corsa dei bianconeri. Si arriva quarti, concludendo la stagione con un sonoro 4-1 al Barletta e ci si qualifica per la coppa Italia con le “grandi”. Purtroppo dopo una stagione cosi' brillante, a qualcuno la maglia bianconera comincia ad andare un po' stretta. Mazzola accetta l'offerta della Spal, portandosi dietro Fermanelli, Sansonetti va a Messina e Stringara inizia l'ascesa che merita, andando prima al Bologna di Maifredi e poi all'Inter. Paganini ed il d.s. Carletto Galli portano a Siena Marcello Lippi e cercano di sostituire adeguatamente i giocatori partiti. Arrivano fra gli altri Bellotto, Carsetti e Torresani, che inseriti nella vecchia intelaiatura sembrano poter garantire un buon rendimento. Infatti la coppa Italia non ci vede affatto sfigurare, pur se inseriti fra squadre di categoria superiore. Ma il campionato purtroppo ci riserva ben altri risultati. Le prestazioni sono incolori, si capisce subito che quello che manca e' il gioco. Il giovane Lippi, inesperto per un campionato duro come quello di serie C, non riesce a dare alla squadra una impostazione di gioco che produca frutti. La contestazione dei tifosi nei confronti del tecnico si fa sempre piu' forte e dopo una partita di coppa Italia con la Rondinella la societa' e' quasi costretta ad esonerarlo. Arriva Sereni e con lui qualche rinforzo ma la caduta libera del Siena non si ferma. La sconfitta interna contro il Sorrento condanna i bianconeri alla retrocessione. Si ritorna mestamente in C2, nella sorpresa piu' generale, quando nessuno se lo aspettava, anzi proprio quando ci si aspettava un altro campionato di vertice. Paganini parla di un programma triennale per riportare il Siena in C1 ed assume come d. s. Nelso Ricci, carrarino dai modi bruschi e poco diplomatici. Ricci cede praticamente tutta la squadra e la ricostruisce da zero, affidandola a Lombardi, tecnico giovane. Arrivano Deogratias, Redomi, Viviani, Gabriellini, Signoroni, i “vecchi” Tosoni e Ravazzolo, torna Tintisona e il forte fluidificante Andrea Pepi, ondaiolo d.o.c. Ma il campionato 87/88 non ci riserva grosse soddisfazioni. Il gioco e' prevedibile e farraginoso e qualche giocatore rende molto meno delle aspettative. La prime due partite segnano una dura sconfitta a Tempio e uno scialbo pareggio contro il Pontedera. La contestazione si riaccende e stavolta vengono colpite, oltre al mister, anche squadra e societa'. Ci si mettono anche una serie di infortuni a complicare le cose e, dopo l'ennesimo fallimento contro la Saviglianese, Paganini e Ricci decidono di esonerare Lombardi e chiamare il grandissimo Romano Fogli. Il tecnico pisano, grande signore e grande conoscitore di calcio, riesce a riportare serenita' nell'ambiente e riorganizza la squadra al punto da farle esprimere un calcio piacevole e divertente. Purtroppo la sconfitta interna con la Carrarese di Orrico, con invasione di campo da parte di qualche ultras, segna la fine di ogni tipo di ambizione. I marmiferi saliranno in C1 insieme al Montevarchi, mentre il Siena si dovra' accontentare del settimo posto. Durante questa stagione si registra purtroppo un grave lutto. Ad Arezzo, stroncato da un male incurabile, muore Bruno Beatrice, artefice del vittorioso campionato 1981/82. Non dimenticheremo mai la sua lealta', la sua forza, il suo attaccamento ai nostri colori! Paganini tenta un immediato rilancio richiamando sulla panchina del Siena Ferruccio Mazzola e permettendo a Ricci di allestire, su indicazione dello stesso Mazzola, una squadra niente male. Vengono confermati Tintisona, Carsetti, Signoroni, Joriatti e Pepi, cui si aggiungono Rastelli, Mucciarelli, Tanagli, Maurizi ed un trio di navigata esperienza: Mariani, Vianello e il bomber Fiorini. Siamo per la stampa la squadra da battere e l'arrivo di Podavini e Pevarello fa salire ancora di piu' l'entusiasmo dei senesi. Le prime giornate fanno vedere un Siena all'altezza delle previsioni, ma alla settima conosciamo la nostra Caporetto andando a perdere 3-0 allo Stefano Lotti di Poggibonsi. E' una sconfitta che lascia il segno, la batosta sembra ridimensionare tutto l'ambiente. Mazzola riesce in qualche modo a far assorbire il colpo alla squadra, finche' a quattro giornate dal termine del girone d'andata il Casale viene a vincere a Siena. Era una sorta di scontro diretto e la sconfitta, cui si sommano alcuni infortuni, ci costringera' a riporre ancora i sogni di rivincita nel cassetto. Mazzola emigra verso Perugia e a Siena arriva, dopo un tentativo fallito con Baldini a causa della squalifica inflitta a quest'ultimo, Attilio Perotti come nuovo allenatore. Si comincia a preferire una rosa fatta di giovani con voglia di emergere, la freschezza piuttosto che l'esperienza. Arrivano parecchie facce nuove, ma la squadra sara' imperniata sul duo Arrigoni-De Falco. Il bomber Toto', arrivato da Trieste, riscalda l'ambiente e compatta lo spogliatoio. Perotti e' soddisfatto della squadra e, scherzi del calendario, sempre alla settima di andata si torna sul campo del Poggibonsi. I tifosi sono divisi fra quelli che temono una seconda umiliazione e quelli che non aspettano altro che “vendicarsi” dei cugini giallorossi. Fortunatamente avevano ragione i secondi, perche' il Siena esce trionfante per 4-0 dallo Stefano Lotti, restituendo con gli interessi la sconfitta dell'anno precedente. Stavolta e' proprio Poggibonsi il trampolino di lancio verso la vetta della classifica, che viene raggiunta dopo una brillante serie di risultati positivi. Il girone di andata termina con i bianconeri solitari in testa, senza sconfitte subite, un solo gol incassato in trasferta e la media inglese a zero! Pro Vercelli e Pavia sono le uniche squadre ad impensierire il Siena, che pero' anche nel girone di ritorno fa capire di essere superiore. La vittoria per 2-0 a Vercelli e per 2-1 a Pavia legittimano ampiamente la vittoria del campionato, che avverra' domenica 18 maggio 1990. Il Siena batte la Massese e ritorna in C1, con una festa che travolge tutta la citta' per portare in trionfo gli eroi bianconeri, a cominciare da mister Perotti, il bomber De Falco, e poi Marino, Arrigoni, Pisasale, Mucciarelli, Zanandrea e tutti gli altri. Una meravigliosa cena nel chiostro di San Domenico conclude una stagione veramente indimenticabile! Per il campionato 1990-91 il Siena dovra' fare a meno di Pisasale e Marino, partiti rispettivamente per Vicenza e Trieste. Ma il tecnico Perotti viene riconfermato e i nuovi arrivati sono sicuramente di qualita'. La stagione inizia in modo un po' anonimo, si vince poco e si perde ancor meno. La vittoria sulla Ternana nell'ultima partita dell'anno contribuisce a sbloccare l'ambiente, a far passare una certa paura di vincere e ad aprire orizzonti nuovi alla truppa bianconera: quello che doveva essere un campionato di tranquilla permanenza in C1 ci vede coinvolti in un'avvincente lotta per la serie B! Si vince a Perugia e poi a Sassari con la Torres. A sette giornate dalla fine in Siena e' a un solo punto dalla promozione, alle spalle della coppia Casertana e Palermo. Purtroppo tre giornate dopo saranno proprio i cugini aretini a farci rallentare il passo, venendo a raccogliere un fortuito pareggio al “Rastrello”. Ormai bisogna giocarsi il tutto per tutto sul campo della Ternana, sempre ostico per il colori bianconeri. Infatti si subisce un pesante 3-1, che ci obbliga a riporre mestamente i sogni di serie B nel cassetto. La squadra accusa il colpo e la sconfitta interna con il Catanzaro, nell'ultima giornata, ci impedisce anche di partecipare alla Coppa Italia professionisti. In pochissime settimane si rompe l'incantesimo: tifosi, squadra e societa' si ritrovano improvvisamente “l'un contro l'altro armati”, il gruppo compatto che ha sfiorato la serie B sembra essersi disciolto come neve al sole. Ognuno accusa gli altri per quello che e' successo ed il campionato seguente non comincia certo nel migliore dei modi. Paganini vende Marin e Pepi al Cesena, Torracchi al Perugia, Zanandrea al Mantova, Mariani alla Carrarese e Mucciarelli al Pavia mentre non rinnova il contratto a De Falco ed Arrigoni. Qualche buon “pezzo” arriva, ma la squadra affidata a Ciccio Esposito, ancora nel cuore dei tifosi per il campionato vittorioso, dimostra ben presto di essere carente in piu' di un reparto. Il pari interno con il Pavia ed il sonoro 5-0 rimediato a Vicenza cominciano ad allertare i tifosi, che sollecitano la societa' ad apportare i dovuti rimedi alla situazione. Purtroppo l'arrivo del bomber Coppola, di Brandani e di Rocca non riuscirà a rimettere in sesto la situazione. La contestazione porta quindi alla sostituzione del tecnico: Esposito viene rimpiazzato da Romano Fogli, l'uomo delle situazioni difficili, che onora la sua fama riuscendo a raggiungere proprio all'ultima giornata quella salvezza sulla quale nessuno avrebbe scommesso una lira. Fogli porta il Siena anche alla finale della coppa Italia di serie C, che pero' vede sorridere la Sambenedettese dopo l'1-1 al Rastrello ed il 2-1 sull'Adriatico. Salvi all'ultimo tuffo, ci si rituffa nel campionato di C1 per la stagione 1992-'93. Salutato con tanti ringraziamenti Romano Fogli, viene promosso sulla panchina della prima squadra Luciano Vescovi, allenatore delle giovanili. Vescovi sa che per lui si tratta di un'occasione importante e si tuffa anima e corpo in questa impresa. Il primo acquisto e' col botto: dalla Cremonese (serie A) arriva Jacobelli, uomo d'ordine che dovrebbe fungere da faro della squadra. Purtroppo il resto degli arrivi non e' dello stesso calibro e inoltre all'inizio del campionato Paganini vende Signorini al Prato. Jacobelli, sentendosi tradito dalle promesse di una squadra competitiva, comincia a fare le bizze e dichiara di voler andar via. Paganini lo accontenta immediatamente e il Siena si ritrova messo male sul serio. Vescovi fa quel che puo' con la gente che ha a disposizione ma dopo la sconfitta di Vicenza, prima gara del girone di ritorno, la Robur e' in piena zona retrocessione. Il Presidente contribuisce a complicare ulteriormente le cose annunciando che a fine stagione lascera' la societa', invitando eventuali acquirenti a farsi avanti. Siamo nel caos e la squadra ne risente. Vescovi, senza colpe specifiche, viene sostituito a fine aprile da Giulio Pelati, allenatore della Primavera. Ma neanche Pelati riuscira' nel miracolo, nonostante la promozione in prima squadra di Walter Lapini, torello opportunista e rapido che con le sue reti riusci' a salvare qualche partita. La sconfitta casalinga con il Leffe segna la retrocessione in serie C2 per il Siena. Paganini porta avanti le trattative per la vendita fin quando, probabilmente avvertito di un possibile ripescaggio della Robur, fa marcia indietro e annuncia di voler rimanere al timone del Siena. Effettivamente siamo nel gruppo delle ripescate e nella stagione 1993-'94 possiamo disputare ancora la C1. Paganini tenta di ricucire un po' i rapporti con i tifosi, le Istituzioni e la Citta' tutta, ma si sa, la vera medicina per questi casi sarebbe allestire una squadra valida e cominciare a vincere. Ma questo Paganini non riesce a farlo…. Al nuovo mister Silvio Baldini mette a disposizione una squadra con pochi confermati (vista la retrocessione dell'anno passato) e parecchi giovani, che sicuramente non si presenta ai nastri di partenza fra le favorite…. Le due sconfitte consecutive di inizio stagione, col Perugia in casa e a Casarano, fanno subito capire che anche quest'anno per i tifosi bianconeri ci sara' da soffrire. Baldini si assume tutte le responsabilita' degli scarsi risultati della squadra, continua a lottare, e con qualche rinforzino in corso d'opera il Siena arriva all'ultima giornata con una situazione preoccupante ma non drammatica: se batte in casa l'Atletico Leonzio riesce ad evitare i temuti playout. In 5000 riempiamo lo stadio per sorreggere i bianconeri in quest'ultimo sforzo e Di Fabio e Baiocchi ci ripagano realizzando un bel 2-0 che ci consente di rimanere ancora in C1. In estate si diffonde la voce che il Siena per problemi di bilancio possa ‘saltare” come successo a tante altre società di C, poi i nuvoloni fortunatamente si diradano. La squadra ‘94- 95 viene costruita facendo di necessità virtù ed anzi, sulla carta appare in grado di recitare il ruolo di outsider. Parte bene, poi gradualmente perde terreno dalle lepri Reggina e Avellino e finisce a centro-classifica dove chiude le proprie fati che (nono posto) dopo aver lottato anche per evitare la zona playout. Malumori e preoccupazioni a parte, il Siena riesce comunque a barcamenarsi come può in Ci da cinque stagioni consecutive. L obiettivo per il campionato ‘95-96 è quello dei playoff. Baldini passa la mano ad un altro giovane emergente: Luigi De Canio. La rosa viene rivoluzionata con quattordici cessioni e quindici ingaggi. Dei “vecchi” rimangono Lauria, Baiocchi, Cinelli, Putelli, Pepi e Carsetti. Il Siena parte bene e si insedia nelle posizioni di vertice della classifica, poi qualcosa sembra incepparsi. A convincenti prestazioni casalinghe fanno eco sconfitte a ripetizione sugli infuocati campi del sud. La squadra si trova a margine della zona playoff e pur racimolando 45 punti (37 dei quali ottenuti al “Rastrello”) e potendo con tare sul terzo miglior attacco del campionato (Putelli gol segna 16 reti) non riesce ad andare oltre l’ottavo posto. La delusione è tangibile e il conflitto società tifosi fa perdere di vista la realtà. Invece di cercare la costruzione di un “ciclo” per il ‘96-97 si cambia ancora una volta allenatore ingaggiando il pur bravo (e sfortunatissimo) Walter Nicoletti e si procede ad oltre trenta operazioni di mercato! Il tecnico romagnolo è però costretto ad abbandonare per gravissimi motivi familiari e viene sostituito, non senza qual che mugugno, dall’apuano Corrado Orrico. Il Siena parte in tromba e conquista subito il vertice della classifica fino ad un terzo del cammino quando viene superata dal Prato. Forma e concentrazione sono in calo e la paura di sbagliare fa il resto. Dopo quattro sconfitte di fila Orrico si dimette irrevocabilmente ed al suo posto viene chiamato Beppe Savoldi. La squadra non ha l’impennata d’orgoglio che tutti si aspettano e si trascina a centro-classifica senza infamia e senza lode. La contestazione dei tifosi esplode di nuovo violenta contro la società e, in particolare, verso il diesse Nelso Ricci, reo di aver reagito alle urla con un gestaccio. Paganini è ormai in procinto di lasciare la squadra (si sta isolando da tutte le componenti cittadine) e la stagione ‘97-98 sarà la sua quattordicesima e ultima alla guida del club bianconero. A Enrico Nicolini viene affidata la panchina per l’imminente campionato, mentre la rosa ‘97-98 viene fatta con ciò che passa il convento: tanti giovani e qualche calciatore svincolato. ARRIVA LA SNAI SI COMINCIA A SOGNARE Sotto sotto però, Paganini spera nel miracolo. La squadra mostra invece sul campo tutti i suoi limiti e rimedia inizialmente sconfitte e brutte figure. Nel caos più totale (contestazioni al limite del contatto fisico) avviene il passaggio di gestione.
Grazie all’impegno del sindaco della città, Pierluigi Piccini, l’AC Siena viene rilevato da SNAI Servizi, società delle agenzie ippiche d’Italia, con presi dente Maurizio Ughi. Per i tifosi bianconeri si apre uno scenario decisamente nuovo con (almeno sulla carta) ben altre ambizioni. SNAI affida la presidenza dell’AC Siena a Claudio Corradini che si getta nell’avventura con enorme entusiasmo. Nicolini viene esonerato e sostituito da Fausto Silipo che, ottenuti numerosi rinforzi, tra ghetta la squadra ad un tranquillo ottavo posto facendo togliere ai tifosi anche qualche soddisfazione come nella vittoriosa gara con il Livorno il cui esito (a causa degli incidenti verificatisi prima, durante e dopo l’incontro) viene deciso sol tanto dalla CAF. Si riparte per l’avventura ‘98-99. La campagna acquisti è addirittura faraonica e la piazza risponde subito con migliaia di abbonamenti. L’obiettivo è la Serie B. Ma l’ambiente bianconero, da troppo tempo dilaniato dalle pole miche, non è ancora del tutto “guarito”. I problemi (causati forse dall’inesperienza e dalla eccessiva fretta di ottenere i risultati) iniziano addirittura in estate quando salta il primo tecnico: Gian Cesare Discepoli. A dispetto delle attese il Siena disputa una stagione assurda. Con un organico da prima della classe si ritrova addirittura all’ultimo posto. Ci vogliono altri tre allena tori (Di Franco, Buffoni e Di Chiara) e decine di giocatori per raddrizzare la baracca. Alla fine lo stesso Stefano Di Chiara riesce a dare un volto e un gioco alla squadra che disputa un ottimo girone di ritorno, ma non può evitare i playout per la salvezza che viene meritatamente centrata al termine del doppio confronto con il Saronno. La SNAI, obbligato anche dalle nuove regole varate sul conflitto di interessi in campo di gestione sportiva, deve lasciare l’AC Siena, anche se garantisce economicamente Fa sopravvivenza della società. IL SOGNO SI REALIZZA Con l’intermezzo della presidenza di Giancarlo Castagni e grazie nuovamente all’impegno del sindaco Pierluigi Piccini il club viene rilevato da una cordata composita nella quale figurano Giambattista Pastorello, Antonio Ponte ed alcuni imprenditori senesi, fra i quali Leo Salvietti che assume la presidenza.
Le basi della squadra sono buone e bastano pochi innesti, che uniti alle grandi capacità e all’entusiasmo del nuovo tecnico Antonio Sala, fanno (a sorpresa) del Siena la prima della classe. Le prime avvisaglie si avvertono già in agosto nelle gare di Coppa Italia. Poi i bianconeri par tono in quarta e fanno letteralmente il vuoto dietro di loro. La squadra patisce un pò di stanchezza nel girone di ritorno dove qualche pareggio di troppo favorisce il riavvicinamento del Pisa. E proprio la società nerazzurra mette in scena un castello di carte e di falsità (l’ennesimo) che mirano a far condannare il Siena per illecito. La giustizia sportiva mette rapidamente in luce la verità e consente ai bianconeri di festeggiare una meritatissima promozione che riporta il Siena in B dopo 53 anni di assenza. Sulla scia dell’entusiasmo i ragazzi di Sala si aggiudica no anche la prima edizione della Supercoppa di C superando in due gare il Crotone vincitore del girone B della Ci. Su l’onda dell’entusiasmo per la storica promozione il mister e la squadra viene confermata e con l’entusiasmo alle stelle la tifoseria bianconera e la squadra iniziano uno cavalcata che li porterà a raggiungere la salvezza con due giornate di anticipo. A tempo di record viene realizzato l’adeguamento dello stadio Franchi. Nonostante tutto i dirigenti iniziano una lotta intestina a forza di denuncie e carta bollata che non promette niente di buono per il futuro in fatti raggiunta la salvezza ci aspetta un’estate drammatica dove si va avanti con contestazioni feroci ai dirigenti che culminano con l’irruzione in sede durante un cda. In questa confusione Sala ci lascia per Cagliari e con lui se ne vanno anche tanti giocatori di valore come Cavallo, Colasante, Arcadio e Tiribocci venduti per potersi iscrivere al campionato ma viene comunque ingaggiato un tecnico gradito alla tifoseria come Giuseppe Papadopulo e si parte per il secondo campionato di B con molto entusiasmo dovuto anche ad una coppa Italia grandiosa. IL MIRACOLO Si risolve la crisi societaria con la vendita delle azioni da parte di Ponte, Salvietti, Verdiani e Pianigiani all’altro socio Ing. De Luca con la decisiva mediazione del sindaco Cenni e la FISES. Ma il Siena va male la società latita la contestazione riesplode, viene esonerato Papadopulo con l’unica colpa di non essere riuscito a farsi arrivare quei rinforzi che chiudeva dall’estate, viene sostituito con Vincenzo Guerini ma anche lui fallisce e con 9 punti dalla salvezza viene richiamato Papadopulo, sono arrivati anche i rinforzi Cejas, Pinga, Jeda, Cavallo ed il Siena inizia una rincorsa incredibile infilando una serie di 5 vittorie consecutive e rientra in piena corsa e raggiunge la salvezza all’ultima giornata con la vittoria esterna su la Sampdoria.
Per festeggiare la miracolosa salvezza fu organizzata una festa in Piazz Indipendenza e alla fine il presidente De Luca disse: “l’anno prossimo andremo in serie A”. Molti lo guardarono sorridendo, altri non lo presero nemmeno in considerazione i più pensarono alla solita sparata estiva per caricare l’ambiente. Ma i fatti hanno dimostrato che la sua non era una frase buttata li, ma derivava da una serie di considerazioni che nessuno di noi aveva fatto, e ora, pur se inebriati di gioia e offuscati dalle frequenti ed abbondanti libagioni, siamo qui a rendere omaggio a questo piccolo grande uomo che ci ha insegnato a sognare. Si, è proprio questo quello che De Luca ha trasmesso a tutti noi: se vogliamo uscire dagli schemi rigidi che ci siamo, o ci hanno imposto dobbiamo sognare impegnarci affinché il sogno si realizzi. E il sogno, o meglio “La lucida follia”, è diventata una splendida realtà e la Robur festeggerà il suo centesimo anno di vita nella massima serie, in serie A. Ci sono i giocatori, con questo grande, immenso e incredibile risultato ottenuto, un gruppo compatto e unito con cui hanno dovuto fare i conti tutte le blasonate della cadetteria. Calcio concreto quello messo in mostra dalla squadra a volte cinico, altre incontenibile le ma sempre votato alla ricerca della vittoria, ed è giusto tributare a tutti coloro che ci hanno cosi degnamente rappresentato l’applauso e la nostra riconoscenza. Vorremmo nominarli uno per uno, sia i vecchi che i nuovi, ma lo spazio non ce lo consente, ci limitiamo quindi al nostro grande Capitano Mignani, che preghiamo di abbracciare ancora una volta, per noi, tutti i suoi compagni. Poi c’e lui, l’uomo che visse due volte, il Signore di campagna, colui che ha conosciuto a Siena tutto il ventaglio delle emozioni umane. La contentezza dell’arrivo, la preoccupazione di una squadra che non nasceva, l’amarezza dell’ esonero, l’orgoglio di un ritorno, la gioia di poter gridare a tutti la propria rivincita, l’estasi della prima volta Papadopulo ne avrebbe di cose da dire, e qualcuno ha anche provato a più riprese a stimolarlo in tal senso, n non ha l i conti con lo spessore umano del personaggio e tutti i tentativi si sono infranti. Sono troppi anni che il Mister vive in questo strano ecosistema chiamato “calcio” , un ambiente a cui ha dato tanto ma da cui ha ricevuto solo in minima parte, e questo straordinario successo, raggiunto a Siena ma costruito sulle panchine più calde del Sud o su quelle sempre poco comode della Toscana, arriva a premiare, anche se in ritardo, un personaggio che alle ribalte televisive e alle frasi fatte antepone sempre il lavoro. Per se e per gli altri. Nelso Ricci non ce lo mettiamo? Certo che si. Il D.S che. riuscito scalare la vetta della selle A, partendo dalla C2. Costretto per anni a scambiare una gallina truccata da gallo cedrone con due galletti mascherati da fagiani, nel momento in cui ha anno quel minimo di tranquillità che da anni inseguiva, ha finalmente dimostrato a tutti che, mentre i suoi colleghi sono belli, alti, biondi e abbronzati, lui è solo bravo! Basta chiedere a quelli di Torino, che sono ancora li a mordersi i gomiti. E poi, i tifosi, coloro che non hanno, mai abbandonato la squadra e l’hanno accompagnata in questo magico, incredibile volo. Quante amarezze abbinino dovuto ingoiare prima di raggiungere questa gioia! Quante delusioni, sogni infranti, preoccupazioni! Lo stadio ora e giustamente, gremito, in ogni posto e tante nuove si sono affiancate ai vecchi tifosi, a quelli che hanno retto botta nei momenti più difficili, quando non c’era da festeggiare una promozione in serie A ma un salvezza in C. E una gioia incredibile, un’emozione unica vedere i ragazzi di allora a fianco dei giovani di oggi, constatare che chi ha scritto la storia del tifo per decenni sia riuscito a trasmettere la grande passione e l’amore verso la gloriosa Robur. E’ bello, bellissimo che accada tutto ciò, così come è bello vedere che, finalmente, anche la provincia si senta rappresentata dal Siena. Il presidente De Luca appena arrivato a Siena disse che voleva festeggiare il 100° anniversario della fondazione della società in serie A. Ci siamo arrivati con un anno di anticipo...e il sogno continua. Il primo anno nella massima serie è una vera apoteosi, corsa agli abbonamenti e stadio esaurito tanto che il Comune e costretto ad ampliarlo subito, trasferte oceaniche e grande entusiasmo per tutto il torneo. Nonostante questo i rapporti tra il presidente e le istituzioni si guastano ma non con i tifosi che lo sostengono con cori e manifestazioni di entusiasmo. Sembra una salvezza tranquilla ma la malaugurata sconfitta interna con il Brescia complica la vita. La squadra reagisce e la domenica seguente si salva con la vittoria a Modena. Dopo due giorni scoppia il calcio scommesse che vede la società coinvolta in pieno ma dopo un querelle che dura tutta l’estate il Siena viene assolto proprio il giorno della presentazione della squadra. La rosa allestita risente dell’incertezza con cui e stato fatto il calciomercato infatti i giocatori erano restii ad accettare il trasferimento a Siena senza sapere in che categoria avrebbero giocato. Il girone di andata va male i risultati non arrivano, i rapporti con le istituzioni peggiorano, gli Ultras contestano il presidente, ma Lui invita alla calma perchè alla riapertura del mercato i rinforzi arriveranno. Infatti è cosi viene esonerato Simoni arriva De Canio e molti giocatori il Siena si salva togliendosi la grande soddisfazione di battere la Fiorentina, Milan, Lazio vincere a Roma e Livorno.
Il Siena parte con la speranza di una salvezza più che tranquilla vista la rosa messa a disposizione del riconfermato mister De Canio. Cosi non è, anzi sarà un campionato travagliato, con un unico fiore all’occhiello: la vittoria 2-3 all’olimpico contro la Roma. La salvezza arriva a tre giornate dalla fine, miglior risultato della Robur in serie A, ma dopo una brutta sconfitta casalinga con la Juventus (0-3 dopo 8 minuti) che i tifosi mal digeriscono. Finisce il campionato e scoppia “moggiopoli” che vede il Siena completamente estraneo. Mario Beretta è il nuovo allenatore che riscuote subito la fiducia dei tifosi bianconeri, viene allestita una squadra che è un giusto mix tra esperienza e gioventù. Il 7 settembre viene presentata la squadra in Piazza Salimbeni.
……E il sogno continua
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